Ero lì a osservare la mia crepa nel muro preferita, quando un “ping” rimbalzò dalla rete sul tavolo dei miei pensieri. Mi posi una domanda del tipo: “pongo o non pongo attenzione al ping? Pongo!” decisi e m’avvicinai al computer in stand-by spingendo, con un colpo di talloni, la mia sedia da ufficio a rotelle girevoli. Resuscitato il computer da un sincopato screensaver, risposi in push al supposto servizio di posta elettronica. Era l’arrivo di una strana email ad aver stimolato il mio intorpidito udito. Con il mio dito di maggior gradimento, l’indice, feci roteare la rotella del mouse per darle un’occhiata. L’oggetto dell’email m’incuriosiva seppur non credo mai, come non credetti allora, alle soluzioni offerte dai soliti noti sconosciuti, ma “Scopri il metodo per sanare le crepe della tua mente” m’attrasse e istintivamente cliccai il link per aprirla. Spam! Apriti cielo: un virus diabolico, in modalità wireless, si abbattè sulla mia parete del temporale, causandomi un tornado di emozioni. Immediatamente pingai in rete, attraverso i maggiori motori di ricerca, una richiesta d’aiuto rivolta a tutti gli internauti. Mi sfogai con un post di protesta sul mio blog, ma il computer s’impallò e fui costretto a reinstallare il sistema. Formattai l’intera memoria, non prima di aver fatto il backup dei miei ricordi. Scevro da ogni recondito pensiero, con uno scatto del metatarso tornai a vivere per metafore.
Mi rimisi seduto a rimirare il muro, bianco senza tuorlo d’uomo.